domenica 28 aprile 2013

dlin... dlin...


Ecco Bea, da oggi in poi questa amica (a cui giá vuoi un gran bene) sará sempre con te. 

Abbine cura, lei sará sempre leale e ti insegnerá meglio di me tante cose che io potró solo farti intuire.

Con lei cadrai e ti rialzerai.

Con lei imparearai a cercare il nuovo in qui movimenti sempre uguali.

Insieme deciderete dove andare e con chi.

Le salite vedranno sempre discese e troverete sempre un un'ombra e una fontana.

La tua Biciletta ti lacerá segni che il tempo non cancellerá, ricordi solo tuoi.

Lei ti insegnerá l'equilibrio, la tenacia e la bellezza di osservare le cose... e quando avrai impartato non lo dimenticherai piú.

Benvenuta Biciccletta.


"Più lenta la piccola squilla
dà un palpito, e va. . .
dlin... dlin..."

martedì 23 aprile 2013

Coincidenze e visioni.

Giovedì sera.
Mi peso, saran passati nove mesi dall'ultima volta. Ecco perfetto, in pressappoco un anno ho preso quasi 2kg e mezzo!
Dentro di me lo sapevo, ed è per questo che rifiutavo il confronto con la bilancia ma alla fine mi sono deciso e l'ho fatto. Affranto mi sono recato in cucina,  ho alzato gli occhi verso il calendario (gentilmente regalatoci dalla società elettrica Energi och Miljö) e ho riporto il mio peso di fianco al santo del giorno (San Volmar), quindi ho sfogliato un paio di pagine e ho fatto una bella croce, riportando il mio peso obiettivo da lì a qualche mese.

Perfetto inizia il piano di ri-appropriamento del mio corpo (che in parte significa anche di un pezzo della mia vita, ma questo è un discorso troppo lungo per questo post).


Basta rimandare, le attenuanti generiche non mi sono più concesse. Si perché è vero che l'asciugatrice giù nella lavanderia (tvättstuga) tende ad infeltrire e a restringere gli indumenti, è vero che così di botto ho cessato da oltre un anno ogni tipo di attività sportiva ed è anche vero che non sempre siamo riusciti a mantenere la nostra dieta mediterranea (soprattutto perché spesso la Bea è così generosa che mi lascia sempre qualcosa da finire nel piatto, e dato che noi siamo dei fondamentalisti ultra conservatori, il mangiare non si butta mai e si finisce sempre). Ad ogni modo tutto questo non regge più, le braghe sono diventate strette e quindi urge rimedio (per i più furbi la trovata geniale di comprarne di nuove non è contemplata!).

Venerdì. 
Inizio la riduzione dei carboidrati (pasta e pane) e ricomincio a fare i 110 gradini che mi separano dal suolo almeno due volte al giorno, in attesa di poter nuovamente usare la bici per andare a lavorare. 

Sabato 
Arriva la mia Signora e mi ricorda che Domenica siamo stati invitati a un compleanno. La figlia dei ragazzi brasiliani compie 3 anni e quindi ci sarà da festeggiare.

Domenica, compleanno. 
In un attimo riesco a carpire tutta la storia dei nostri avi e di come gli emigranti Italiani abbiano cambiato il mondo. Entrati in casa vedo tanto cibo quanto se ne potrebbe trovare ad un matrimonio Napoletano o Calabrese (chi ne ha sentito parlare sa a cosa mi riferisco!!!). Ecco dunque che i geni degli antenati italici hanno superato nella lotta per l'evoluzione e la conservazione della specie quelli degli indigeni Sud Americani e il risultato si manifesta in tutto il suo splendore in un paio di tavole ricoperte di cibo. Il culmine si raggiunge con una torta di due piani accerchiata da un centinaio di praline al cioccolato.
Prima coincidenza: sarà stato il caso o un chiaro messaggio del destino?!?


Lunedì
Rientro da SFI e la Bea mi accoglie a casa urlando: Papà, regalo, Papà regalo!!! Penso che abbia un regalo per me, un disegno (forse) o qualche pupazzo. La mia Signora mi svela presto l'arcano e mi dice che oggi hanno consegnato un pacco dall'Italia ma che lei non è riuscita a portarlo su perché era troppo pesante. Ad un tratto mi ricordo che i miei genitori mi avevano avvisato della spedizione in arrivo, per festeggiare il compleanno dell'Ilaria (tra una settimana).
Perfetto, scendo di nuovo le scale, incontro la vecchietta del sesto piano che ormai mi ha preso per scemo dato che, ogni volta che passo di lì a piedi, mi ripete che l'ascensore funziona e non è rotto, e poi risalgo con circa 20kg di scatolone sulle spalle. Provo a spiegare gentilmente alla Bea che quello è un regalo per il compleanno della Mamma e che lo avremmo aperto tra una settimana. Lei afferra il concetto al volo e corre in cucina a prendere le forbici: Tieni Papà, tu apri!!! Perfetto, ha capito tutto!! 
Ecco che di nuovo vengo assalito dalla visione sulla genetica, sulla specie dominante e sulla conservazione del genere umano. Il pacco si rivela un enorme Cornucopia da cui escono continuamente cibi e bevande succulente. Insomma tutto il repertorio della mia Terra: formaggi, pasta, riso, vino, marmellate e cioccolata. In un crescendo di bandierine tricolore e di prelibatezze gastronomiche che ancora sanno di nebbia emiliana.


Ovviamente la Bea è letteralmente impazzita (qui la sua reazione). Presa da un raptus di incontrollabile adrenalina, lascia andare i suoi (ancora) scarsi freni inibitori e inizia a correre per casa brandendo mezzo chilo di Parmigiano in una mano e un sacchetto di Maddalene (i suoi dolci preferiti) nell'altra. Poi torna a tuffarsi con le mani nella scatola e continua a estrarre, ancora e poi ancora, come se la magia non avesse fine e la casa potesse essere inondata di cibo.
Temendo lo shock adrenalinico, cerco di calmarla e le faccio assaggiare i dolci del Nonno Franco (come dice lei), sperando che come un segugio con la sua preda possa tornare ad ascoltare il richiamo del suo padrone. Finalmente si calma e riusciamo a chiudere il vaso di Pandora. 

Di nuovo ho una visione: capisco il dramma dei Nonni che pensano alla loro nipotina (e anche ai loro figli) lontani da una bella fetta di salame o da una punta di formaggio. Ed ecco la spedizione dei viveri per le "truppe" al fronte, stanche denutrite e allo stremo delle forze. Poi mi riprendo, sono in cucina, alzo lo sguardo e vedo sul calendario la croce fatta qualche giorno prima e quel magico numero letto sulla bilancia, di fianco la mia Signora sta cercando qualche altro nascondiglio dove mettere tutto quel cibo possibilmente fuori dalla portata della Bea. Qualcosa nel mio piano deve essere andato storto!

A quel punto mi sovvien l'eterno... e capisco che se il primo era solo un messaggio di avvertimento, questo non può più essere una semplice coincidenza.


PS. Tutta la famiglia, ma SOPRATTUTTO la Beatrice, ringrazia molto per il regalo. Non ci fu mai cosa più gradita!

lunedì 15 aprile 2013

Prinsesstårta

In una giornata alle prese con l'isteria della Bea e con la perenne ricerca di una soluzione contro la burocrazia italiana (che ancor oggi mi affligge), mi sforzo di prendere il meglio e di raccontarlo.

Dopo pranzo, verso le 14:30 un mio collega mi chiama e mi dice di raggiungerlo nella caffetteria dell'ufficio. Quando arrivo lì scopro che tutto il dipartimento si é ritrovato per festeggiare il compleanno di due persone che nel mese di Aprile avevano compiuto 50 anni, molti dei quali trascorsi in azienda.

Tavoli affollatissimi e tutti (ma proprio tutti) a congratularsi con i festeggiati. Dopo un breve discorso dei rispettivi responsabili, hanno consegnato loro un bel mazzo di fiori, due regali ciascuno (un fine settimana di vacanza in una località svedese a scelta) e un bel papiro con tutte le firme dei colleghi. Dopodiché breve scambio di battute dei due festeggiati, visibilmente emozionati, e poi via tutti a intonare la canzone tipica di buon compleanno (Ja, han må leva) e tre hippipurrà.

Ma la cosa che vi voglio raccontare è che finalmente sono riuscito ad assaggiare la Prinsesstårta!!! Che cos'è vi chiederete? Ma come... è una delle pietre miliari della pasticceria svedese: leggere per credere.

Era da diverso tempo che volevo assaggiarla, vedendola sbucare in ogni negozio di alimentari o Caffé, nelle sue colorazioni sgargianti:


Ma come si suol dire: non è tutto oro quello che luccica. Come ho rapidamente intuito durante il taglio della prima fetta, il peso specifico della suddetta tårta riusltava alquanto elevato. 

Ecco un paio di altri scatti della versione da me provata:



Come si evince dai particolari, quello strato bianco, dell'altezza di circa 5cm, dovrebbe essere panna montata, ma in realtá ha un ingrediente segreto che la rende leggermente piú consistente... 

... vi lascio indovinare quale:




La delusione é stata tanta, anche perché il sapore é risultato mooolto uniforme tanto da farmi subito riflettere sulla metafora di questa tårta: della serie "le principesse sembrano affascinanti e stupende fuori, ma poi quando le conosci davvero sono uguali a tutte le altre torte, pardon donne".

Ad ogni modo la mia reazione corporea é stata la seguente:

Mangiata una fetta della nostra ammiccante tårta, dieci cucchiaini di zucchero colpiscono il sistema corporeo (più o meno il 100% della razione giornaliera consigliata). La troppa dolcezza viene in parte neutralizzata dall’acido fosforico, che sopprime il sapore impedendo di "vomitare all’istante". Nei successivi dieci minuti tutto questo zucchero finisce nel sangue, causando una bomba insulinica; il fegato provvede convertendo tutto lo zucchero che trova (e ne trova moltissimo) in grasso.

A questo punto, io, che sono nato vecchio, continuo a preferire le torte della Nonna rispetto alle torte delle principesse e non so cosa darei per una bella fetta ed´balson.





domenica 14 aprile 2013

Storie che vanno, storie che restano.


Una volta, parlando con (la) Dorella, mi raccontò di una signora che era passata da lei in ufficio.

La signora, proveniente dall'Est Europa, viveva ormai da diversi anni in Italia e soffriva di uno strano male. Ora lei non sapeva quale fosse il nome della malattia che l’affliggeva, ma si sforzava di descriverla con parole sue. Diceva che si sentiva un dolore dentro, tra il cuore e l’anima, per ogni giorno che aveva trascorso lontano dalla su terra. Si sentiva un vuoto: la mancanza di parole con un suono conosciuto e quei volti di amici e parenti. E poi quelle case, qui campi e quelle strade…

Poi però ogni volta che si recava nel suo paese si sentiva oppressa. Schiacciata di nuovo da quello che un tempo aveva voluto superare. Afflitta da quelle contraddizioni sempre lì, sempre al loro posto. Le sembrava di aver chiuso la porta di casa per un attimo e poi di essere tornata poco dopo…erano passati solo cinque, sette, dieci anni ma tutto era lì come se non fosse cambiato niente. Solo le persone erano diverse: quelle persone che prima non cambiavano mai, d’un tratto erano invecchiate: le persone non invecchiavano quando lei viveva con loro!

La signora, dunque, era afflitta da questa sindrome che le impediva ormai di trovar pace ovunque lei fosse. Oscillava come un pendolo tra tue mondi che non potevano conciliarsi.

La malattia che affliggeva la signora non le impediva di vive, ma i suoi occhi sorridevano poco e ripensava sempre a cosa volesse dire: sentirsi a casa.









Quella signora non l’ho mai conosciuta, ma penso a lei spesso prima di addormentarmi.



La mia vita per l’Italia

Sono capitato male in un Paese degradato,
di poveri senza dignità e di ricchi senza cultura. 
Dai poveri mi divide l’orgoglio, dai ricchi la verità. 
Far parte di una siffatta società è un danno, 
esserne esclusi non è una fortuna. 
Ma non ho che una vita sola da vivere 
e la Storia non concede scelte.

Alberto Moravia

giovedì 11 aprile 2013

Barcollo ma non mollo!


E’ da tanto tempo che non scrivo più sul blog. Non voglio sapere a quando risale il mio ultimo post.

Per ora qui fare un programma è impossibile.

Per seguire un corso che mi interessa mi devo iscrivere presso il Service Center, ente che coordina i corsi del Komvux, scuola in cui sto studiando ora. 
Prima di sapere se potrò o no seguire il corso, devo attendere una lettera che viene spedita a casa una settimana prima dell’inizio dei corsi. Se ricevo il posto bene, altrimenti devo affrettarmi a iscrivermi al prossimo, che inizia più o meno dopo 3 mesi.
Oltretutto non avevo considerato che durante l’estate molti corsi sono sospesi e quindi a mio malgrado dovrò anche “perdere” un po’ di tempo. 
Continuerò i corsi di svedese e inglese ma non potrò seguire i corsi sulla busta paga. Per questi dovrò attendere dopo agosto.

La ricerca di un’ appartamento è molto frustrante dal mio punto di vista in Svezia.
Ci sono due tipi di contratto che vengono proposti: uno di prima mano e uno di seconda mano.
Quello di prima mano permette di affittare un appartamento e tempo “indeterminato” e si è un pochino più tutelati, mentre quelli di seconda mano sono per periodi brevi e mai superiori a un anno. In pratica vengono rinnovati ogni anno, quindi se vai bene al tuo padrone di casa puoi avere la possibilità di rinnovare il contratto altrimenti…saluti e abbracci!
Data la nostra situazione famigliare non abbiamo intenzione ogni anno di vivere nell’incertezza e quindi preferiamo cercare contratti di prima mano.
Per questi qui a Eskilstuna mi è sembrato di capire che ci si può rivolgere a due agenzie oppure al comune.
Le due agenzie non posseggono molti appartamenti e quelli che hanno sono in zone non di nostro gradimento.
Noi siamo alla ricerca di una zona dove poter sentirci un po’ più a casa.
Quindi ecco che la scelta obbligata è quella di ricercare casa tramite il sito del comune il quale possiede la maggior parte degli appartamenti.
Nelle agenzie di cui parlavo prima, per registrare il proprio interesse ad un appartamento bisogna iscriversi nella lista dei candidati interessati dell’appartamento che vi piacerebbe.
In base ai vostri dati vi viene assegnato un punteggio. Quindi in base al reddito, in base alla banca in cui avete i soldi, se già vivete in un appartamento di proprietà dell’agenzia si ha diritto a punti in più ecc…e poi come ben potete immaginare il primo della lista è quello che ha diritto a vedere l’appartamento e a decide se gli interessa o no.

Per gli appartamenti del comune invece bisogna crearsi un account sul sito del comune, e inserire come sempre i vari dati anagrafici e di reddito ecc… e da quel giorno si comincia a maturare un punto al giorno.
Quando si è interessati ad un appartamento o casa(sempre in affitto) basta schiacciare il bottone “fare interesse per il seguente oggetto”.
E fino a qui sembrerebbe semplice se non fosse che, ha diritto a ricevere l’appartamento chi ha più punti! Quindi io mi chiedo quando mai noi potremo cambiare casa siccome ci saranno sempre persone registrate da prima di noi!!! Spero che dopo un certo limite di tempo i punti non vengano più conteggiati…vi farò sapere…per ora posso dire che lo scorso 31 marzo io e Bea abbiamo festeggiato il nostro primo anno svedese nello stesso appartamento in cui entrammo un anno fa!

Il mese scorso ho iniziato la ricerca di un lavoro ma per questa non voglio nemmeno immaginare quanto dovrò aspettare… 
Nel frattempo continuerò a studiare, anche perché se no divento matta. Non mi sento tanto attiva e questo proprio non mi piace!
Pensate che l’altro giorno dalla disperazione mi sono messa a leggermi e informarmi sulla preistoria Scandinava. Logicamente non in lingua italiana, che già la ho sentita parecchie volte a scuola ma in lingua svedese!
Non è giusto non avere tempo per pensare, come è nel lavoro oggi, per le tante cose da fare….però anche sognare di poter tornare ad essere attivi per sentirsi un po’ vivi non è il massimo!

Insomma la Svezia sta mettendo a prova la mia pazienza con tutte queste liste e attese…

Per fortuna però a togliermi il tempo di pensare ci pensa la mia piccola perpetua quando torna dall’asilo.
Come ogni bimbo in salute di due anni e qualche mese ha la lingua che punge! E a volte bisogna proprio dire: “ attento a ciò che dici perché potrà essere usato contro di te in caso di dolo!”
Ed ecco che spesso io e Alessandro ci dobbiamo anche prendere delle sgridate dalla gnometta che non raggiunge i 85 cm di altezza!!
E siccome oltretutto è in grado di analizzare i fatti e di capire bene quali parole usare, non le si può neanche tanto dare torto se no si rischia che anche lei comincia a trasgredire alle regole! E state sicuri che lo fa già!
Sapeste però quanto è dolce quando mentre piange e io la sgrido perché ha fatto una marachella a voce alta, lei mi guarda e singhiozzando mi dice: “basta urlare mamma! Signora sotto sgrida se no, sai?!?!”

E attenti che vi può sgridare anche in svedese! Resto ogni giorno sorpresa nel vedere i passi avanti che sta facendo con il bilinguismo.

Devo dire che però nonostante i magoni e le rabbie che fa venire…resta comunque la mia linfa vitale.

Oggi siamo all' 11 e dico 11 di aprile e il freddo svedese non molla! Dopo i quattro mesi sommersi dalla neve e ibernati dai -15°/-20°…la primavera fa la “prima donna” e si fa desiderare!
Io a volte provo la tecnica svedese, cioè che non ci si veste in base alla reale temperatura, ma in base alla stagione in cui si è! Quindi ora per il calendario siamo in primavera? Bene, loro vanno in giro con la giacchetta leggere e qualche pazzo azzarda la manica corta! Si raggrinziscono che fanno troppo ridere, però loro possono dire di avere appeso guanti e mutande di lana!
Io invece ho appeso oggi, per provare, il piumino lungo per passare a quello corto e la sciarpa di lana per passare a quella di cotone….beh a un certo punto vi dico che la brezza svedese era tanto insopportabile che a forza di tirare la giacca da ogni parte per ripararmi , secondo me la ho fatta aumentare di una taglia!
L’unica che si sveste tra noi tre è la Bea all'asilo.  Primo perché va fuori nelle ore "calde", in cui il termometro segna qualche grado sullo zero; secondo perché all'asilo la vestono le maestre(che escono in manica corta magari)! E quindi lei continua anche sotto questo aspetto ad essere quella più vichinghizzata svedesizzata.

L’unica cosa veramente positiva è che siamo uscite io e Bea dalla solitudine!
Grazie a Claudia e Rita, le due ragazze che ho conosciuto a scuola, che vengono dal Brasile e dal Portogallo, ora possiamo organizzare pomeriggi alternativi in cui facciamo come gli svedesi la fika o pausa caffè insieme! Se non fosse che per noi più che pausa caffè diventa il pomeriggio caffè!
E ogni domenica mattina io e Bea andiamo al corso di danza, che è per lo più ginnastica per bimbi, con Claudia e la sua piccola Leticia che ha la stessa età della Bea!

Ora posso dire che è finito quel momento in cui, una volta trovate le parole in svedese per comunicare e condividere esperienza e confronti, mancavano le persone per farlo. Mi sono sentita privata di qualcosa di importante nei primi mesi!  
Mi sono sentita annientata ma ora sono tornata a vivere! Ho riacquisito la capacità di comprendere quello che le persone dicono nella mia quotidianità. Posso esternare i miei sentimenti ed anche la mia rabbia e controbattere qualcosa con cui non concordo, in una lingua che non è la mia!

Barcollo, ma non mollo!

mercoledì 3 aprile 2013

Påsk i Örebro



Come promesso nel post precedente, ecco alcune foto della nostra Pasqua a Örebro.

La colonna sonora l'ha scelta in esclusiva la Bea. Buon divertimento!!!





lunedì 1 aprile 2013

NO, faccio io!

Mi ricordo che quella mattina era nevicato, fuori c'era un velo bianco e il cielo era grigio. Io avevo dormito poco e sentivo una strana sensazione. Ero contento perché sapevo che sarebbero arrivate, ma allo stesso tempo avevo mille dubbi su quello che ci avrebbe aspettato da lì in vanti (ricordate?)

Un anno fa le mie donne erano sulla scaletta di un aeroplano con destinazione Skavsta. Una nuova avventura pronta ad attenderle e un marito e un padre ansioso di rivederle all'aeroporto. Un anno fa quando la famiglia si è riunita nel suo nuovo nido e siamo ripartiti di nuovo.

Cari voi tutti, a voi oggi i nostri più sinceri auguri di Pasqua e un abbraccio sentito da quassù. Eh sì, quando arrivano certe feste, che di solito si passavano tutti insieme in faglia, viene un po' di nostalgia. Ma non vi preoccupate, siete sempre nei nostri pensieri e cerchiamo di tenerci informati su quanto avviene laggiù. Voi non smettete di farci sentire il vostro appoggio che spesso ci aiuta a superare qualche ostacolo.

Un pensiero speciale ai nonni: continuate così, sappiamo che non è sempre facile ma tenete duro!

Adesso però cerchiamo di non scoraggiarci troppo, anche perché come dice la mia Signora, di pessimista ci son già io (riferito al sottoscritto) ed è meglio che il numero degli iscritti al club non aumenti, per adesso.

Noi intanto, per ovviare alla malinconia e in attesa dei primi giorni di primavera, abbiamo deciso di fare una gita fuori porta, in ottemperanza alle tradizioni italiane: Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi. Ecco noi non è che avessimo molta scelta sul "chi vuoi", ma almeno sulla destinazione sì. Per questo abbiamo deciso di visitare una città non molto lontana da Eskilstuna:  Örebro.

Foto di repertorio, le nostre seguiranno poi...
I motivi sono perché la distanza in macchina è poco meno di un'ora da casa, la città ha diverse attrazioni storiche culturali (tra cui un bel castello medievale) e soprattutto c'è un parco acquatico famoso in tutta la Svezia: Gustavsvik. Il programma prevedeva due notti e due giorni lontano da casa con tanto divertimento (per la Bea) e riposo per i genitori (noi).

Qualcosa deve essere andato storto o forse ogni volta che noi facciamo un piano, questo viene costantemente cestinato. Dunque la partenza non è stata male. Arrivati puntuali con un bel sole, temperature umane intorno ai -2°C circa e un numero limitato di bagagli. Tutto sembrava volgere al meglio anche il virus che la Bea aveva preso in settimana sembrava essersene andato, ma mai dire mai...

Arrivati a Örebro, dato che la camera era libera solo nel pomeriggio, pensiamo di mangiare qualcosa di veloce: ecco la prima dose di cipolla cruda (noi non siamo dei  grandi amanti del genere) e i primi capricci della Bea per svestirla e rivestirla. Per fortuna che convincerla a visitare il castello non è stato impossibile. La visita guidata, mezza in svedese e mezza in inglese, non ha entusiasmato. Il pragmatismo svedese non smette di stupirci in bene e in male. Per far fronte ai costi di ristrutturazione e mantenimento dal castello, l'amministrazione locale ha pensato di trasformale buona parte della dimora in sale per conferenze e convegni. Quindi è tutto un susseguirsi di tavoli, sedie e aree ristoro/caffè. Gli interni si ripetono con un bianco tinta unita per tutte le sale e alcuni accorgimenti che farebbero vacillare anche i meno eruditi dei nostri esperti delle belle arti. Ahimè un po' deludente. La guida si affretta a dirci che il sindaco della città percepisce uno stipendio relativamente basso perché tra i suoi benefit ha la possibilità di alloggiare in un appartamento all'interno del castello. Sfortunatamente tutti i dipinti e gli arredi di pregio sono stati rimossi dalle sale per le conferenze (che sono quelle oggetto di visita!) a parte due bauli in bronzo originali, che servivano per la riscossione della tasse (skatten), e qui chi vuole intendere, intenda.

Grazie al tempo buono abbiamo fatto una passeggiata lungo il fiume e poi quando l’indomabile ha raggiunto il livello di saturazione, siamo entrati in albergo.

Sfortunatamente Paolo’s, ristorante italiano tipico proprio sotto l’albergo, ha pensato di approfittare del ponte pasquale e quindi stang (chiuso). 


So che penserete che siamo proprio degli italianotti provinciali che vanno a mangiare nei ristoranti italiani all'estero, ma vedete, noi è da più di un anno che mangiamo cibo svedese e ci avrebbe fatto piacere riassaporare qualche prelibatezza della nostra patria, almeno per Pasqua. Ahimè abbiamo ovviato con la cucina tipica svedese e anche qui zuppa con erba cipollina, salmone ai ferri con anelli di cipolla e un filetto di manzo su letto di cipolla cotta. Tutto buonissimo, anche se un tantino fuori ordinanza per noi. Come al solito niente vino, e qui le occhiate di disprezzo si sprecano e la Bea alle prese con i calici e l’ampolla dell’acqua (nuove scoperte della serata).

Al rientro in albergo, prima che l’alcool scandinavo iniziasse a scorrere come tutti i  sabato svedesi e lasciasse spazio a spettacoli non sempre piacevolissimi (su questo discorso forse sarà meglio tornare con un post specifico, magari prendendola sul ridere perché altrimenti ci sarebbe veramente da piangere), la Bea purtroppo ha una ricaduta e qualche fitta alla pancia di troppo.
Il nostro bel piano viene cestinato con la stessa velocità con cui le sfiliamo il pannolino!!!

La notte è passata comunque tranquillamente, tra schiamazzi di ubriachi a caccia di streghe (qui se volete approfondire) e un leggero retrogusto di cipolla nel palato.


La Pasqua inizia con un'ora in meno di sonno, il sole alto e una colazione a base di waffel.

Ahimè Gustasvik… sarà per la prossima volta.

Il piano B prevede la ricerca di qualcosa di leggero da mangiare per la Bea e un giro in città. Mentre a casa in Italia le rispettive famiglie si gustano lasagne, rosette, cappelletti e uova di cioccolato, l’allegra famiglia si raduna attorno al tavolino della stanza d’albergo (60 cm di diametro) con un paio di panini e un due fette di cotto. Acqua ovviamente liscia. Indimenticabile la felicità della Bea nel poter passare direttamente dal tavolo al letto in un sol salto.

Poco male, complice il tempo ottimo, ne abbiamo approfittato per visitare meglio Örebro i sui parchi, la città vecchia e le zone lungo il fiume. Ecco avete presente Eskilstuna, qui tutta un’altra cosa!

Ora si l’ho fatta troppo lunga ma dovrò ben spiegarvi il perché del titolo. Avete presente qui due poveri illusi (genitori) che pensavano a un paio di giorni rilassanti e divertenti, beh hanno decisamente rivisto le loro aspettative.

Beatrice, ti metto le scarpe? NO, Papà, faccio io!!! Beatrice, la giacca. NO, faccio io!!! Beatrice hai sete? NO, Mamma, dammi! Faccio io!!! 

Ecco noi abbiamo il problema opposto di ogni altro genitore. Fa tutto lei, il problema che poi non è capace o non riesce e la cosa degenera sempre in pianto e stridore di denti.

Peccato non poter farvi vedere le facce della gente quando andiamo a mangiare con la Bea. Penaste ad una bimba di due anni che a stento arriva al tavolo e che si spalma il burro e la marmellata sul pane con il coltello avendo la stessa gestualità di un adulto. A cena ha tagliato le sue patate lesse da sola con coltello e forchetta, si è versata l’acqua e ha asciugato quel po’ caduta sul tavolo. La signora di fronte a noi a momenti sviene. Penseranno che siamo tipo una famiglia di gerarchi nazisti che hanno inculcato alla propria figlia la disciplina e l’ordine prima di tutto. Ma in realtà noi non abbiamo fatto proprio niente. Anzi i dolori vengono quando cerchiamo di aiutarla se non riesce a fare qualcosa. Va beh, poco male, l’indipendenza è il nostro forte.

Comunque alla fine del ponte di Pasqua, abbiamo capito molto cose e abbiamo imparato. Ce ne torniamo a casa arricchiti da nuove esperienze ma non di certo rilassati e riposati. Per fortuna che all'orizzonte un altro aereo sta per decollare. E’ quello dei nonni che hanno deciso di farci una sorpresa.

Buona Pasqua a tutti!